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Le misure più o meno draconiane prese dal Governo, anche se con ritardo, erano necessarie per evitare che la situazione sfuggisse di mano. Bravi.
Ora quello che tutti ci auguriamo è che stiano approntando una strategia per il dopo.
Lasciatemi essere pessimista, sulla base dei dati storici: non lo stanno facendo. Spero fortemente di soffrire di bias storico però, e di essere contraddetto dai fatti. Amo sbagliarmi su certe cose.
È chiaro a tutti che non si può mettere un paese in (quasi-) quarantena per mesi, ancora di più se i nostri vicini entrano in situazioni simili e non possono aiutarci. E se pure si potesse, ignorando gli effetti economici (ipotizziamo non ci interessino), ci sono altre cose
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Ci sono alcuni errori fondamentali nel trattare il rischio:

1) Assumere che gli eventi generanti siamo necessariamente mutualmente esclusivi. Purtroppo avere la malattia X, non risparmia (quasi mai) dal prendere ANCHE la Y. Se X mi debilita, Y può anzi avere la strada spianata.
2) Assumere l'indipendenza dei rischi. Molti rischi correlano o sono dipendenti. Peggio, sono comonotoni, cioè si muovono nella stessa direzione. Se aumenta il rischio X tende ad aumentare pure Y.
Sì, l'indipendenza aiuta nei modelli, ma la realtà è più stronza (termine tecnico).
3) Nello sviluppare una strategia di gestione di un rischio, vanno considerati anche gli effetti sugli altri rischi, almeno per i più vicini. Se saturo un ospedale di gente con l'unghia dell'alluce incarnita (fatemi fare un esempio scemo), i malati più gravi chi li cura?
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Bella discussione su NPL, regolamentazione e affini.
Un ringraziamento a tutti i relatori: @gianlucac1, @MassimoFamularo, Gianni Mion e Giovanni Bossi. Bravi!
Oltre un'ora e mezzo di informazione, analisi e aneddoti rilevanti per capire il Sistema Italia.

I numeri che Gianluca fornisce all'inizio sono impietosi, come sempre. Grazie! È davvero meritorio diffonderli.
Tante inutili parole sarebbero evitabili, se si guardassero i numeri. Il dubbio (per non dire la certezza, ma da probabilista evito) è che da un lato...
... molti non li capiscano, e che dall'altro tanti che li capiscono preferiscano nasconderli sotto al tappeto. Si blatera meglio con l'aria fritta, senza cifre che inchiodano. Non solo i politici, che al più, da noi particolarmente, sono macchiette.
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Le agenzie di #rating.
Vediamo di analizzare qualche punto, dato che il loro impatto sull'economia italiana non è irrilevante, che Salvini e Di Maio lo vogliano/credano o no.
1. Sono imparziali?
Lo speranza è che lo siano, studi empirici e la pratica dicono che non è proprio così al 100%, ma la situazione dopo la crisi del 2007-2008 è migliorata. In questo caso va dato atto alla regolamentazione di aver fatto qualcosa di buono.
Però, dal non essere perfettamente imparziali (come voi coi vostri figli), all'essere completamente corrotti ce ne passa. Anche se i media si concentrano su Moody's, S&P e Fitch (le 3 maggiori), va detto che le agenzie minori condividono quasi sempre il giudizio delle più grandi.
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